sabato 7 aprile 2018

Le onde di Aalto


Alvar Aalto

Vissuto nella prima metà del 900, Aalto segna una netta e piacevole evoluzione del funzionalismo, che in quegli anni era sperimentato da architetti del calibro di Gropius, Le Corbusier e Terragni (giusto per citarne alcuni). 
Staccandosi dalla storicità a cui si rifacevano i propri colleghi, Aalto basa la propia architettura rispetto alla sua terra materna.
La natura Finlandese fatta di grandi laghi e boschi costituisce l'imprinting dell'architetto, il quale cerca di riproporla in tenera età tramite la pittura. Profondamente legato a questi paesaggi, scopre un'architettura fatta di onde e linee sinuose, che sperimenta anche attraverso le curvature del legno. 
Seppur molto vicina alla bianca e rigorosa architettura funzionale del tempo, Alvar Aalto propone un filone architettonico molto più legato al rispetto dei sereni paesaggi nordici.

Sanatorio di Paimio

Il sanatorio antitubercoloso è situato a sud della Finlandia. Costruito nel cuore di un bosco di pini, la grande salubrità dell'aria doveva aiutare i malati durante la loro guarigione.
Il grande complesso, proprio per volontà di Aalto, tende a richiamare un edificio per abitazioni, anziché una struttura ospedaliera. 

Aalto si occupò  della progettazione
di tutto il mobilio interno










Costituto dalla rotazione di 3 grandi solidi, attorno ad una cerniera, la struttura si articola in 3 grandi ali, rispettivamente suddivise per funzioni, per limitare il disturbo dei pazienti.
Particolare attenzione è stata riposta al sistema climatico dell'edificio. 

Aalto progetto grandi terrazzi per dar modo
ai malati di respirare aria salubre
Per cominciare i flussi di aria calda sono sempre indirizzati verso le parti inferiori dei pazienti e mai verso il viso; Le camere sono disposte in maniera tale da poter captare (anche attraverso un sistema di bucature asimmetriche) la maggior quantità di luce solare mattutina, filtrando a dovere i raggi solari del pomeriggio (meno salutari).
Inoltre le camere sono arricchite da colori vivaci e sgargianti, basandosi sul principio della cromoterapia.







Durante una conferenza del 1956, Aalto illustrò in questo modo i capisaldi di questo monumento del funzionalismo:
“Io scopo primario dell'edificio è di funzionare come uno strumento medico ... Uno dei requisiti di base per guarire è quello di offrire una pace completa .... Il disegno delle stanze è definito in base alle forze limitate del paziente, sdraiato a letto. Il colore del soffitto è scelto per dare tranquillità, le fonti di luce sono al di fuori del campo visivo del paziente, il riscaldamento è orientato verso i suoi piedi e l'acqua esce dai rubinetti senza fare rumore, per far sì che nessun disturbi il proprio vicino”.


1929: le soluzioni di una crisi comune

Il crollo della borsa di Wall Street del 1929 segna inevitabilmente tutto il decennio degli anni 30. Il sistema meccanizzato industriale, che fino a quel momento era la vera forza motrice dell'economia,viene messo in discussione.

A poco a poco la Bauhaus viene defilata dalla preponderante forza del nazismo, fino alla definitiva chiusura nel 1933.
In quegli anni, il CIAM (congresso internazionale dell'architettura moderna) lavora ad un nuovo assetto, il quale prende in considerazione aspetti sociologici e comportamentali di quella società, che porterà poi alla nascita del movimento funzionalista.

La crisi nella Americhe è sfruttata come trampolino di lancio di nuove tendenze. Si forma così l'International Style, fatto di astrazione, componenti meccanici ed una grande purezza formale. Il massiccio uso di vetro ed acciaio inoltre, concorrono alla decisa accettazione, da parte della società, di questo stile che risulta più economico ed efficiente.
In parallelismo a quanto descritto, in Germania si cercava una congiungente tra la storicità dei luoghi ed il grande senso di appartenenza decantato dal nazismo. Tetti a falde per le abitazioni e fondali di classicheggianti, coronavano gran parte dell'Europa e della Russia.

Questo decennio è caratterizzato fondamentalmente da due approcci: uno più radicato nelle origini e della maestosa storicità europea; l'altro in chiave più avanguardistica mira a nuovi orizzonti non ancora solcati.

Tre architetti possono riassumere in maniera chiara approcci diversi ala crisi. Parliamo di Frank Loyd Wright, Alvar Aalto e Giuseppe Terragni. Questi tre simboli dell'architettura individuarono problemi e questioni comuni risolvendole però in maniera nettamente versa per luoghi, idee e situazioni a loro più vicine. 

Nessun commento:

Posta un commento