Alvar Aalto
Vissuto nella prima metà del 900, Aalto segna una netta e
piacevole evoluzione del funzionalismo, che in quegli anni era sperimentato da
architetti del calibro di Gropius, Le Corbusier e Terragni (giusto per citarne alcuni).
Staccandosi
dalla storicità a cui si rifacevano i propri colleghi, Aalto basa la propia
architettura rispetto alla sua terra materna.
La natura Finlandese fatta di grandi laghi e boschi
costituisce l'imprinting dell'architetto, il quale cerca di riproporla in
tenera età tramite la pittura. Profondamente legato a questi paesaggi, scopre
un'architettura fatta di onde e linee sinuose, che sperimenta anche attraverso
le curvature del legno.
Seppur molto vicina alla bianca e rigorosa architettura
funzionale del tempo, Alvar Aalto propone un filone architettonico molto più
legato al rispetto dei sereni paesaggi nordici.
Sanatorio di Paimio
Il sanatorio antitubercoloso è situato a sud della
Finlandia. Costruito nel cuore di un bosco di pini, la grande salubrità
dell'aria doveva aiutare i malati durante la loro guarigione.
Il grande complesso, proprio per volontà di Aalto, tende a
richiamare un edificio per abitazioni, anziché una struttura ospedaliera.
Aalto si occupò della progettazione di tutto il mobilio interno |
Costituto
dalla rotazione di 3 grandi solidi, attorno ad una cerniera, la struttura si
articola in 3 grandi ali, rispettivamente suddivise per funzioni, per limitare
il disturbo dei pazienti.
Particolare attenzione è stata riposta al sistema climatico
dell'edificio.
Aalto progetto grandi terrazzi per dar modo ai malati di respirare aria salubre |
Per cominciare i flussi di aria calda sono sempre indirizzati
verso le parti inferiori dei pazienti e mai verso il viso; Le camere sono
disposte in maniera tale da poter captare (anche attraverso un sistema di
bucature asimmetriche) la maggior quantità di luce solare mattutina, filtrando
a dovere i raggi solari del pomeriggio (meno salutari).
Inoltre le camere sono arricchite da colori vivaci e
sgargianti, basandosi sul principio della cromoterapia.
Durante una conferenza del 1956, Aalto illustrò in questo modo i capisaldi di questo monumento del funzionalismo:
“Io scopo primario dell'edificio è di funzionare come uno
strumento medico ... Uno dei requisiti di base per guarire è quello di offrire
una pace completa .... Il disegno delle stanze è definito in base alle forze
limitate del paziente, sdraiato a letto. Il colore del soffitto è scelto per
dare tranquillità, le fonti di luce sono al di fuori del campo visivo del
paziente, il riscaldamento è orientato verso i suoi piedi e l'acqua esce dai
rubinetti senza fare rumore, per far sì che nessun disturbi il proprio vicino”.
1929: le soluzioni di una crisi comune
Il crollo della borsa di
Wall Street del 1929 segna inevitabilmente tutto il decennio degli anni 30. Il
sistema meccanizzato industriale, che fino a quel momento era la vera forza
motrice dell'economia,viene messo in discussione.
A poco a poco la Bauhaus
viene defilata dalla preponderante forza del nazismo, fino alla definitiva
chiusura nel 1933.
In quegli anni, il CIAM
(congresso internazionale dell'architettura moderna) lavora ad un nuovo
assetto, il quale prende in considerazione aspetti sociologici e
comportamentali di quella società, che porterà poi alla nascita del movimento
funzionalista.
La crisi nella Americhe è sfruttata come trampolino di lancio di nuove tendenze. Si forma così l'International Style, fatto di astrazione, componenti meccanici ed una grande purezza formale. Il massiccio uso di vetro ed acciaio inoltre, concorrono alla decisa accettazione, da parte della società, di questo stile che risulta più economico ed efficiente.
In parallelismo a quanto
descritto, in Germania si cercava una congiungente tra la storicità dei luoghi
ed il grande senso di appartenenza decantato dal nazismo. Tetti a falde per le
abitazioni e fondali di classicheggianti, coronavano gran parte dell'Europa e
della Russia.
Questo decennio è
caratterizzato fondamentalmente da due approcci: uno più radicato nelle origini
e della maestosa storicità europea; l'altro in chiave più avanguardistica mira
a nuovi orizzonti non ancora solcati.
Tre architetti possono
riassumere in maniera chiara approcci diversi ala crisi. Parliamo di Frank Loyd
Wright, Alvar Aalto e Giuseppe Terragni. Questi tre simboli dell'architettura
individuarono problemi e questioni comuni risolvendole però in maniera
nettamente versa per luoghi, idee e situazioni a loro più vicine.
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