domenica 6 maggio 2018

Partenership al progetto

Vetri&Fermenti

Centro specializzato sulla produzione della birra e nello smaltimento eco-sostenibile del vetro.



Intervista

Per la partnership ho intervistato Giacomo, responsabile del birrificio Eternal City Brewing.
1:  Ciao Giacomo, parlami un po' di te e dell’attività di cui ti occupi.
Intanto siamo 5 soci, ognuno con una mansione specifica. Siamo un birrificio artigianale e produciamo birra per pub, locali e per la vendita in sede.

2: entrando nel mondo “Birra”, e di tutto ciò che ruota intorno ad esso, cosa ti piace del tuo lavoro? Cosa ti appassiona nello specifico?
È un lavoro faticoso ma avendo a che fare con la birra e col "divertimento" è naturale avere un sorriso più presente che magari in altri lavori. 

3: Giacomo, nel percorso della tua attività, quali sono stati gli ostacoli, gli imprevisti e le difficoltà, anche quotidiane, da affrontare per arrivare dove sei ora?
Fare impresa in Italia non è cosa semplice. Innanzitutto il reperimento dei fondi necessari per avviare l'attività, la burocrazia, le lungaggini... inoltre fare una buona birra è anche e soprattutto esperienza.

4: in questo Laboratorio Universitario, mi sto occupando di una struttura che possa unire un ampio spettro di fruitori calamitati dal fermentato. In aderenza a questo, ho pensato che sarebbe opportuno integrare il progetto con un centro di recupero e riutilizzo creativo del vetro, chissà, creando anche una linea personalizzata di bottiglie e boccali. Ti piace come idea? Hai degli spunti per integrare le due attività?
L'idea è molto "creativa" e non può non piacere. Al momento i costi di riciclo surclassano l'acquisto di bottiglie nuove ma chiaramente una personalizzazione rende molto allettante il tutto. Sarebbe carino sviluppare un modello di bottiglie che richiami la città di Roma.

L'idea




sagoma e volumetrie



Organizzazione piano terra

Forni a crogiolo
Dall'antichità al XIX secolo, il vetro è stato prodotto esclusivamente in forni a crogiolo. questi avevano una struttura circolare con tre camere sovrapposte, quella inferiore serviva alla combustione, in quella centrale erano disposti i crogioli mentre, quella superiore serviva da camera di ricottura. 
l'evoluzione più importante nella struttura dei forni è avvenuta nel XIX secolo con l'introduzione del gas di gasogeno (forno Siemens).  Questo metodo aumentò consumo di vetro e i crogioli arrivarono a contenere fino a cinque quintali del materiale.
per evitare lo spreco del calore, i forni sono dotati di rigeneratori, che hanno la funzione di riscaldare l'aria comburente necessaria per la combustione.
Forni a crogiolo di piccole dimensioni, sono usati tutt'oggi per la produzione di piccoli oggetti in vetro, sono provvisti di ricuperatori metallici che preriscaldano l'aria a 500° ed usano come combustibile olio denso e gas.
Nei forni a crogiolo, la fusione, avviene nel tempo fino alla temperatura di 1500°. La fusione dura dalle 6 alle 10 ore, per poi riportare il vetro a 1200° (fase di riposo) in attesa di essere lavorato. Per limitare i tempi morti, si produce il giorno e si inforna di notte. I materiali usati sono mattoni di silice per la volta, materiale silico-alluminoso per le pareti laterali e materiale elettro-fuso per il banco.


Organizzazione piano primo


Organizzazione spaziale esterno


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