lunedì 21 maggio 2018
domenica 6 maggio 2018
Partenership al progetto
Vetri&Fermenti
Centro specializzato sulla produzione della birra e nello smaltimento eco-sostenibile del vetro.
Intervista
Per la partnership ho intervistato Giacomo, responsabile del birrificio Eternal City Brewing.
1:
Ciao Giacomo, parlami un po' di te e dell’attività di cui ti occupi.
Intanto siamo 5 soci, ognuno con una mansione specifica.
Siamo un birrificio artigianale e produciamo birra per pub, locali e per la
vendita in sede.
2:
entrando nel mondo “Birra”, e di tutto ciò che ruota intorno ad esso, cosa ti
piace del tuo lavoro? Cosa ti appassiona nello specifico?
È un lavoro faticoso ma avendo a che fare con la birra e col
"divertimento" è naturale avere un sorriso più presente che magari in
altri lavori.
3:
Giacomo, nel percorso della tua attività, quali sono stati gli ostacoli, gli
imprevisti e le difficoltà, anche quotidiane, da affrontare per arrivare dove
sei ora?
Fare impresa in Italia non è cosa semplice. Innanzitutto il
reperimento dei fondi necessari per avviare l'attività, la burocrazia, le
lungaggini... inoltre fare una buona birra è anche e soprattutto esperienza.
4:
in questo Laboratorio Universitario, mi sto occupando di una struttura che
possa unire un ampio spettro di fruitori calamitati dal fermentato. In aderenza
a questo, ho pensato che sarebbe opportuno integrare il progetto con un centro
di recupero e riutilizzo creativo del vetro, chissà, creando anche una linea
personalizzata di bottiglie e boccali. Ti piace come idea? Hai degli spunti per
integrare le due attività?
L'idea è molto "creativa" e non può non piacere.
Al momento i costi di riciclo surclassano l'acquisto di bottiglie nuove ma
chiaramente una personalizzazione rende molto allettante il tutto. Sarebbe
carino sviluppare un modello di bottiglie che richiami la città di Roma.
L'idea
sagoma e volumetrie |
Dall'antichità al XIX secolo, il vetro è stato prodotto esclusivamente in forni a crogiolo. questi avevano una struttura circolare con tre camere sovrapposte, quella inferiore serviva alla combustione, in quella centrale erano disposti i crogioli mentre, quella superiore serviva da camera di ricottura.
l'evoluzione più importante nella struttura dei forni è avvenuta nel XIX secolo con l'introduzione del gas di gasogeno (forno Siemens). Questo metodo aumentò consumo di vetro e i crogioli arrivarono a contenere fino a cinque quintali del materiale.
per evitare lo spreco del calore, i forni sono dotati di rigeneratori, che hanno la funzione di riscaldare l'aria comburente necessaria per la combustione.
Forni a crogiolo di piccole dimensioni, sono usati tutt'oggi per la produzione di piccoli oggetti in vetro, sono provvisti di ricuperatori metallici che preriscaldano l'aria a 500° ed usano come combustibile olio denso e gas.
Nei forni a crogiolo, la fusione, avviene nel tempo fino alla temperatura di 1500°. La fusione dura dalle 6 alle 10 ore, per poi riportare il vetro a 1200° (fase di riposo) in attesa di essere lavorato. Per limitare i tempi morti, si produce il giorno e si inforna di notte. I materiali usati sono mattoni di silice per la volta, materiale silico-alluminoso per le pareti laterali e materiale elettro-fuso per il banco.
Organizzazione piano primo |
Organizzazione spaziale esterno |
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